Negli ultimi anni è diventato molto popolare ed è usato sia in ambito cosmetico che in cucina. Tutto quello che c’è da sapere sull’olio di cocco.

L’olio di cocco è un olio vegetale tropicale ricavato dalla polpa della noce di cocco. Negli ultimi anni, sulla scia della domanda crescente di cibi di derivazione vegetale e dell’entusiasmo di alcune celebrità d’oltreoceano che lo hanno adottato nella propria beauty routine lodandone i benefici, è diventato un ingrediente popolare e richiesto anche in Europa e negli Stati Uniti. I suoi maggiori produttori sono le Filippine, l’India e l’Indonesia.
Cosa troverete nell'articolo
Aspetto e composizione
Di colore bianco (o avorio-giallo se liquido), nei periodi più freddi con temperature al di sotto dei 20/24°C, ha una consistenza solida. Tende a liquefarsi velocemente con il caldo e non teme le alte temperature.
È ricco di grassi, soprattutto acidi grassi saturi, che costituiscono il 92% del totale. L’acido grasso saturo predominante è quello laurico. Presenta anche tracce di grassi monoinsaturi e polinsaturi. È privo di fibre e zuccheri ed è povero di vitamine e minerali.
Un cucchiaio di olio di cocco contiene 120* calorie e 13.5 g di grassi; 0.136 mg di calcio, 0.007 mg di ferro, 0.003 mg di zinco, 0.041 mg di colina, 0.015 mg di vitamina E e 0.082 µg di vitamina K.
*Un cucchiaio di olio extravergine di oliva ne contiene 119.
Usi dell’olio di cocco
Nei paesi dove viene prodotto è usato soprattutto come olio da frittura. In realtà ha un punto di fumo piuttosto basso (175°C circa) ed è quindi poco indicato per una cottura ad alte temperature. L’industria alimentare lo impiega come alternativa all’olio di palma nei prodotti da forno, nei dolci e nelle margarine. È inoltre popolare in diverse diete, come la dieta chetogenica e la dieta paleo.

Il suo principale ambito di applicazione è quello cosmetico. Ha proprietà lenitive, antiossidanti ed emollienti ed è l’ingrediente principale di creme solari e doposole, prodotti per capelli e unguenti; è ideale per la preparazione di saponi liquidi e solidi, ravviva i capelli sfibrati, rinforza le unghie e nutre la pelle.
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L’olio di cocco fa male?
Dalla perdita di peso al rafforzamento del sistema immunitario, dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari a quella dell’Alzheimer: sono diversi i benefici attribuiti all’olio di cocco, così come sono molte le affermazioni sul suo conto non supportate da prove scientifiche. C’è poi chi ritiene che faccia male bocciandolo in toto. Qual è la verità?
L’olio di cocco è costituito per lo più da grassi saturi. Il consumo di grassi saturi è collegato all’aumento del livello di colesterolo LDL nel sangue e quindi al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. L’olio di cocco, secondo l’OMS, è fra i grassi da limitare nell’alimentazione, insieme all’olio di palma, al burro e agli altri grassi di origine animale.
I rischi e i benefici legati al suo utilizzo sono ancora dibattuti dalla comunità scientifica. Alcuni dei benefici che gli sono stati attribuiti negli ultimi anni fanno riferimento alla presenza di trigliceridi a catena media (MCT).
I trigliceridi a catena media vengono assorbiti e usati dall’organismo più velocemente, favorendo il senso di sazietà ed evitando l’accumulo di grasso, ma il principale acido grasso dell’olio di cocco, acido laurico, classificabile sia come trigliceride a catena media sia come trigliceride a catena lunga, in termini di digestione e metabolismo si comporta come un trigliceride a catena lunga.
E anche se degli studi epidemiologici effettuati su gruppi di persone provenienti da paesi come l’India, le Filippine e la Polinesia, dove il cocco è parte integrante della dieta, hanno evidenziato un minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, non possiamo essere certi che in occidente lo stesso alimento, sotto forma di olio e in un contesto caratterizzato da abitudini alimentari diverse e meno salutari, non faccia male.
Uno studio clinico randomizzato condotto nel 2017 ha mostrato che il burro aumenta il livello di colesterolo LDL nel sangue più dell’olio di cocco e dell’olio extravergine d’oliva, che è un grasso insaturo; dallo stesso studio risulta inoltre che l’olio di cocco aumenta il livello di colesterolo HDL più del burro e dell’olio d’oliva.
Secondo la British Nutrition Foundation le prove scientifiche sui benefici dell’olio di cocco sono insufficienti. L’olio di cocco può essere introdotto di tanto in tanto nell’alimentazione, ma in quantità ridotte. Due cucchiai di olio di cocco contengono più della quantità minima giornaliera di grassi saturi (20 g).
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Quantità raccomandata
La American Heart Association ha stabilito che il consumo giornaliero di grassi saturi non deve superare la soglia del 6%. Quindi per un adulto che necessità di 2000 calorie al giorno non più di 120 grammi dovrebbero derivare da grassi saturi, circa 13 grammi al giorno. Un cucchiaio di olio di cocco equivale a circa 13,6 grammi.
Conservazione
L’olio di cocco va conservato al riparo dalla luce, in un luogo fresco e asciutto. Se preferite usarlo solido, quando a temperatura ambiente tenderebbe a sciogliersi, è sufficiente tenerlo in frigo.
Dove comprare l’olio di cocco
L’olio di cocco è venduto nei supermercati, nei negozi di prodotti biologici e del commercio equo e solidale, nelle erboristerie e online. Attenzione all’etichetta, perché in commercio si trovano tre tipi di olio di cocco. Ecco quali sono e in cosa differiscono:
- Olio di cocco vergine o extra-vergine: solitamente si ottiene dalla polpa fresca, ma si produce anche a partire da quella essiccata; in entrambi i casi viene pressata allo scopo di estrarre l’olio. A differenza dell’olio di oliva, l’uso dei termini “vergine” ed “extra-vergine” non è regolamentato ed entrambi si riferiscono a un prodotto con le stesse caratteristiche. Se ben conservato può durare anche 2-3 anni. L’estrazione dell’olio dalla polpa pressata può avvenire con il calore, il vapore oppure a freddo.
- Olio di cocco raffinato: la polpa essiccata, detta copra, viene pressata; l’olio viene poi esposto al calore per renderlo inodore e sbiancato per rimuovere impurità e batteri. A volte l’estrazione è effettuata tramite solventi. Se ben conservato può durare qualche mese.
- Olio di cocco idrogenato: i grassi insaturi presenti nell’olio di cocco subiscono un processo di parziale o totale di idrogenazione per aumentare la durata del prodotto. Tuttavia i grassi trans ottenuti sono pericolosi per la salute e il loro consumo andrebbe limitato.
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Il contenuto di questo articolo ha uno scopo puramente divulgativo; non intende formulare diagnosi né sostituire il lavoro di un medico o di altri professionisti abilitati.
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